Le forredi Paolo Testa
Giornata di riposo, però Manolo e Gregorio ci chiedono se qualcuno ha voglia di divertirsi facendo torrentismo.
All’appello rispondono solo in tre: Laci, Eric e Paolo. Cambiamo zona e andiamo nella regione di Castilla - La Mancha. Giungiamo in un campeggio piuttosto lontano dalla "civiltà" il quale funge da base per i turisti. Conosciamo il proprietario, amico di Manolo e ci portiamo alla zona d’ingresso della gola. Alberta e Maui tornano a valle con il furgone ad aspettarci. Entriamo nella gola e appuriamo che l’acqua è piuttosto calda: 18°. La gola si presenta piuttosto interessante dal punto di vista morfologico, alternando tratti aperti a tratti in forra, con le pareti che non superano i venti metri di altezza. Tecnicamente facile, con diversi salti, il più alto (l’ultimo) di circa diciotto metri. Particolare un punto dove si entrava in una piccola grotta sbucando sotto una piccola cascata creata da un piccolo affluente. Purtroppo, la portata d’acqua è minima, rendendo la progressione poco "torrentistica". All’ultimo salto, dove l’acqua confluisce nel Rio Tus; Manolo ci racconta un aneddoto: "nel 1985 stava esplorando il torrente (in solitaria e con attacchi naturali…) e proprio in questo punto, la gente del paese che lo stava aspettando, gli chiese perché non fosse sceso dal sentiero a fianco, più comodo e meno pericoloso….Paese che vai, usanze che trovi". Scendiamo al campeggio, mangiamo il gazpacho e torniamo al rifugio.
Giornata di riposo, ma non per Manolo: infatti ci invita a fare torrentismo. Questa volta le adesioni sono più numerose, praticamente andiamo tutti, ad eccezione di Beppe che si rifiuta di fare torrentismo. Durante l’avvicinamento Manolo ci fa notare alcuni siti preistorici. Indossiamo le mute (con quaranta gradi!!!) e ci inoltriamo in una specie di palude, molto simile a quelle tropicali dove vivono caimani e anaconda. Un saltino ci introduce nella forra scavata nel travertino, dove le pareti variano la loro larghezza sino ad un minimo di un metro. Particolare la presenza di vaschette sempre in travertino. Tecnicamente la forra, molto acquatica si presenta di facile progressione con la possibilità di tuffarsi quasi ovunque, grazie alla buona quantità d’acqua, per altro piuttosto calda (18°).Un salto (ben attrezzato) di otto metri ci immette in un bel laghetto - calderone, dove alcune cenge permettono di sbizzarrirsi in tuffi. Un altro laghetto, più soleggiato invita a tuffarsi da circa cinque metri, e poco dopo si giunge alla fine della forra con un salto di dieci metri (attacco naturale su pianta) che immette in un ennesimo laghetto. Usciamo e ritorniamo al parcheggio senza svestire le mute (un po' di masochismo non guasta!).