Gruppo Grotte Catania, ovvero settanta anni di speleologia
Tutto ebbe inizio nel 1933 quando Francesco Miceli, magistrato appassionato di montagna, della sua montagna: l'Etna; cominciò a rendere omogeneo il lavoro di ricerca ed esplorazione svolto negli anni precedenti in compagnia di un gruppetto di amici che condividevano l'amore per la montagna: nasce il Gruppo Grotte Catania del CAI. Il periodo era quello del ventennio fascista: il Club Alpino Italiano, aveva dovuto inserire nel suo stemma il fascio littorio e, in regime di autarchia, cambiato il nome divenendo il Centro Alpinistico Italiano. Ma il nome non cambia le finalità di questi pionieri che, dotati di attrezzature che al giorno d'oggi provocherebbero reazioni oscillanti tra il riso e la paura, sistematicamente ricercavano, esploravano e descrivevano grotte ed abissi.
Ma arrivò la guerra, tutti i giovani si trovarono proiettati in scenari che ben distavano da quelli selvaggi, ma ludici, del Mongibello, e si ebbe una pausa forzata dell'attività. Nel 1945, tra disagi e povertà, tanta, si ripresero le originarie attività e si ritornò a percorrere le sciare e i boschi dell'Etna. Ai giovani, ormai non più tali, se ne affiancarono altri e si ricominciò il cammino interrotto dal conflitto mondiale.
Gli anni cinquanta videro un notevole fervore, ma a capo di questo manipolo di appassionati c'era sempre l'inossidabile Miceli, accompagnato dal fidato Antonio Corsaro, e da tanti altri spinti dalla novità dell'attività speleologica; erano i tempi della speleologia eroica, quella su scalette, altro che sola corda. A quel periodo risalgono le esplorazioni della Grotta dei Tre Livelli scoperta durante i lavori di sbancamento per la costruzione della SP 92 e quella della Grotta di Nuovalucello intercettata durante i lavori realizzazione del seminario arcivescovile.
Iniziò così la stagione d'oro della speleologia catanese che si protrarrà sino agli inizi degli anni ottanta. Si evolve la speleologia, cambiano gli speleologi ma la voglia rimane quella di sempre: inizia un'attività di esplorazione che va oltre il naturale ambito etneo e che si spinge oltre che in Sicilia anche nel resto della penisola e all'estero. Sono date storiche la prima su sola corda dell'Abisso Bifurto in Calabria, o le esplorazioni speleosubacquee in Ardèche (Francia), e tante altre spedizioni.
Ma l'acme venne raggiunto nel 1977 con la scoperta del più esteso sistema carsico, attivo, della Sicilia: la Grotta di Villasmundo (Melilli - SR). Tale evento catalizzò l'attenzione del Gruppo per parecchi anni, sicuramente sino all'inizio degli anni ottanta.
Era un gran bel giocattolo, il Gruppo Grotte Catania di quel periodo. Ma era anche molto delicato e per motivi che non stiamo qui a specificare, si ruppe e il Gruppo si sfasciò: i suoi soci preferirono continuare l'attività speleologica al di fuori dell'ambiente CAI.
Ma il Gruppo Grotte Catania non poteva estinguersi in tal modo; pochi volenterosi ripresero a calpestare, con mezzi di fortuna, le cavità della Trinacria. Furono tempi duri, si usciva in due sobbarcandosi il carico del materiale necessario, avventurandosi in nome di una passione che spingeva avanti, a calci, dentro cavità spesso sconosciute, la parola d'ordine era: verranno tempi migliori.
Siamo adesso all'inizio degli anni novanta, la costanza di quel pugno di matti, come per incanto, viene premiata; il Gruppo ricomincia a crescere e si riescono ad organizzare squadre con più di dieci componenti. Sulle ali dell'entusiasmo si organizzano dei mini corsi di speleoescursionismo: i partecipanti sono una decina. Con l'indispensabile collaborazione dei cugini del Gruppo Speleo del CAI di Palermo, si iniziano ad affrontare i primi meno duecento delle Madonie. L'Araba Fenice è risorta dalle ceneri; si adesso possiamo dirlo: ci risiamo anche noi.
Il 1993 inizia all'insegna della programmazione, si mira alla specializzazione dei soci in modo da poter incrementare in qualità e quantità l'attività del Gruppo. Nel mese di Maggio di quell'anno, sotto la direzione dell'amico Totò Sammataro, decolla il IX Corso di introduzione alla speleologia che riporta all'esterno il nome del Gruppo continuando la numerazione interrotta nel 1984 per la vicenda su citata.
E dal quel momento è tutta una escalation, si procede a grandi passi verso la riconquista di quel palcoscenico che non può che competere a chi si occupa di speleologia dal oltre sessant'anni. Nel 1994 si riprende il lavoro sistematico di ricerca e catalogazione delle grotte etnee e si porta alle stampe il terzo e il quarto contributo del noto "Grotte vulcaniche di Sicilia", iniziato da Fabio Brunelli e Blasco Scammacca e da quest'ultimo ancor oggi curato.
Altrettanto interessanti sono i risultati nell'ambito della didattica: oltre al corso di introduzione alla speleologia, nel 1994 si iniziano a qualificare gli istruttori nei quadri della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI.
Nel 1996 ricomincia l'attività extra regionale, la Sardegna è il target migliore: grotte belle, anzi bellissime, e non troppo distanti dalla terra di Sicilia e dalla disponibilità dei nostri portafogli. Nel 1997 il fato ci riserva una spiacevole sorpresa: Carmelo Di Stefano, uno dei ragazzi più attivi del gruppo, precipita e muore mentre percorreva una via di roccia sulle falesie di Monte Cozzo Monaco, a San Vito lo Capo. L'impatto sui soci è terribile, si sente nell'aria una sensazione di disagio, quasi di paura. Tocca a noi, gli anziani, suonare la carica ricacciando indietro le lacrime: si riparte a testa bassa, la vita continua e non si può perdere un attimo di quello che essa ci riserva.
Il resto è storia recente, una storia che ha visto il Gruppo crescere sino allo stato attuale dove si contano quasi cinquanta soci, che negli ultimi anni ha portato alla pubblicazione dei risultati di alcune ricerche sia sull'Etna che nella zona degli Iblei e all'organizzazione di corsi nazionali finalizzati al perfezionamento delle tecniche e allo studio della speleologia vulcanica.
Nel 2000, in occasione del 125° anniversario della fondazione della Sezione dell'Etna del CAI, di cui siamo orgogliosi di far parte, abbiamo ben pensato di organizzare un corso internazionale sulla Vulcanospeleogia. Il corso ha visto la presenza di speleologi provenienti da tutta Italia, dalla Spagna e dalla Slovenia. Che fatica! ma che gioia vedere il Gruppo, e tutto il Gruppo, sbracciarsi e lavorare sodo per la perfetta riuscita dello stesso.
Il 2002 si conclude con un altro momento terribile, Piero Reitano, Tigre per gli amici, ci lascia per sempre a causa delle complicazioni successive ad un intervento chirurgico, come si fa a riprendere nuovamente? a far finta che tutto scorra come acqua in un canale? Ma non bisogna arrendersi, anche lui l'avrebbe detto e fatto con il suo grande cuore da lottatore. Cosė alla fine del 2003 riusciamo a coronare un sogno: ospitiamo l'Assemblea Ordinaria della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI: la prima volta in Sicilia, che onore e che fatica! Ma tutto va per il verso giusto e si riprende lentamente la routine della vita speleologica.
In questi anni siamo stati in giro un bel po': dal Piemonte alla Toscana, dalle Marche alla Puglia,in Spagna e in Grecia, ne abbiamo fatta di strada e di metri di corda.
Si vede, siamo cresciuti, disgraziatamente anche in età - nota personale -, e siamo ritornati convinti più che mai di occupare il posto che ci spetta di diritto nell'ambito del panorama speleologico italiano.
E' giunto il momento di lasciarci, scusandomi se sono stato un po' fazioso, ma sai al cuor non si comanda e poi anche tu, sarai socio di un gruppo speleologico, e pertanto mi capirai.
Giuseppe Priolo - Direttore del Gruppo Grotte Catania